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L'Intervista (Parte 1) WorldConnex: In tempo di COVID abbiamo scoperto finalmente l’opportunità e la pervasività delle information technologies in relazione all'assistenza sanitaria della popolazione. Qual è il ruolo delle ICT nella diffusione di massa della cura e prevenzione del COVID? Gian Angelo Geminiani: Alcuni dei sintomi peggiori del COVID trasposto in chiave digitale sono quelli scaturiti dall'inefficienza del sistema informativo Paese. Ne abbiamo pagato le conseguenze a partire dalla semplice connessione Internet. In questi mesi, siamo stati costretti ad un intenso utilizzo dei web meeting appoggiandoci ad un’infrastruttura di telecomunicazione piuttosto inefficiente e poco funzionale, con continue fluttuazioni del servizio. Ho visto professionisti anche di altissimo livello in grande difficoltà nel tentativo di comunicare, con le connessioni che continuavano a cadere. Ma questo è solo uno dei sintomi, le inefficienze sono molteplici. Tra quelle che ho potuto riscontrare per esperienza diretta c’è la mancanza di protocolli standard che rende molto difficoltosa la trasmissione e l’interoperabilità dei dati. Le informazioni spesso vengono trascritte e trasposte manualmente. I sistemi informativi sanitari sono molto datati: negli anni evidentemente non è stato ritenuto necessario operare adeguamenti tecnologici piuttosto che puntare sul refactoring del codice e delle interfacce impiegate. Dal mio punto di vista, guardando i sistemi informativi delle organizzazioni di sanità pubblica, si ha l’impressione di apparati obsoleti e molto spesso proprietari che non condividono tecnologie e infrastrutture, con difficoltà nel funzionamento di natura locale e globale. Il fascicolo sanitario elettronico è un esempio emblematico: nonostante in Italia ci sia una normativa che ne impone l’utilizzo, di fatto solo una piccola percentuale delle informazioni sanitarie del cittadino sono riportate nel fascicolo e il paziente si trova costretto a girare da una clinica all’altra coi propri referti cartacei sotto il braccio. Tutto ciò, in un periodo di emergenza sanitaria importante come quella indotta da COVID-19, ha sicuramente inciso sia in termini di efficacia della cura che di efficienza dei processi. WCX: Hai toccato temi che riguardano sia l’Italia che San Marino. Mi soffermo sull’ultimo: il fascicolo elettronico e il diritto del cittadino di gestire i propri dati sanitari, che nella normativa italiana prevede anche il taccuino del paziente, cioè la possibilità per il soggetto di inserire proprie note. Gli esperti che si occupano del fascicolo sanitario elettronico si scontrano col grande ostacolo di un sistema frammentato in 21 regioni e di un flusso informativo che va gestito tra altrettante realtà autonome, con la conseguenza di un apparato tecnologico e normativo ipertrofico che abbassa l’efficacia e aumenta terribilmente i costi di gestione. Tenuto conto che San Marino vanta di essere il primo sistema al mondo ad aver implementato una sanità digitale integrata, dai presidi sul territorio alla sala operatoria, l'attivazione del fascicolo elettronico rimane un punto aperto. Introdurrei un’altra considerazione sul digital divide, che è un tema a noi molto caro avendo orientato il nostro core business verso lo sviluppo di soluzioni per ridurne l’impatto sui processi della comunicazione. Il digital divide è un problema che riguarda sia i Paesi in Via di Sviluppo che il territorio italiano, dove ancora prolificano soluzioni di accesso alla Rete non propriamente broadband. Con l’avvento del 5G, quali ricadute e nuovi scenari possiamo immaginare per la Sanità? GAG: Teoricamente un efficientamento, non solo nella trasmissione delle informazioni ma anche in termini di sicurezza e segmentazione dei vari canali della comunicazione. Per le sue caratteristiche tecniche, il 5G apre una serie di possibilità nella trasmissione del dato che oggi non abbiamo. L’utente finale percepisce il 5G essenzialmente in termini di maggiori performance mentre dietro a questo aspetto evidente c’è un ecosistema più ampio. Sul territorio italiano si prospetta un problema di attuazione legato ai costi di reingegnerizzazione delle infrastrutture attuali: le antenne di telefonia mobile attualmente in uso non sono tutte adeguate alla riconversione per il 5G e andrebbero sostituite, con costi molto elevati. Questo adeguamento infrastrutturale molto probabilmente richiederà un intervento importante da parte dello Stato. Per quanto riguarda gli scenari di applicazione, posso dirti che, attraverso un nostro partner, stiamo collaborando ad un importante progetto pilota in ambito sanitario, finanziato dal MISE, per una applicazione innovativa di telemedicina con interfacciamento diretto alla rete 5G di un dispositivo medicale indossabile. WCX: A fronte di ingenti finanziamenti promessi dall’Unione Europa per la creazione di una rete 5G e per la green economy, quasi a raccogliere queste tematiche nella stessa filiera, rimane il fatto che dalle nostre parti l’implementazione di queste infrastrutture strategiche incontra sempre molti scogli attuativi. Cosa ne pensi? GAG: Secondo me, per un Paese scarsamente digitalizzato come l’Italia parlare di 5G è come per una persona non allenata pensare di partecipare alle olimpiadi. Molto probabilmente occorre un percorso di crescita sul digitale focalizzato non solo sulla infrastruttura hardware di telecomunicazione ma che prenda in carico il contesto tecnologico in termini di software, risorse condivise, standard e protocolli. Perché potenziare la trasmissione del dato in assenza di un protocollo condiviso e di standard funzionali per la interoperabilità rischia di non avere senso. Mettere il turbo a un sistema senza agire sulle sue inefficienze strutturali può rivelarsi inutile o controproducente. WCX: Con l’affermazione del nuovo paradigma rappresentato dal 5G scontiamo le nostre croniche difficoltà di investimento, teoricamente superabili con una grossa iniezione di liquidità e lo snellimento dell’apparato tecnico e burocratico. Hai però sollevato altri fattori: eterogeneità degli standard, formati non armonizzati, obsolescenza dei sistemi attuali, entità che non dialogano efficacemente. Quali sono i limiti maggiori di questo scenario? GAG: C’è un problema che limita tantissimo il dialogo tra sistemi: la maggior parte del software impiegato dalle PA è closed source, con sorgenti non aperti e non consultabili, inadatti alla integrazione in un ecosistema tecnologico flessibile e interoperativo. Tanti piccoli sistemi “cluster” impermeabili tra loro non facilitano la disponibilità diffusa del dato e la correlazione di informazioni. Oggi le tecnologie ci sono tutte. In termini algoritmici abbiamo a disposizione reti neurali che sono in grado di fare diagnosi preventiva, quindi andiamo oltre la telemedicina intesa come pura assistenza e monitoraggio del paziente, potendo pensare una telemedicina predittiva che ci aiuti a mettere in campo azioni preventive prima della manifestazione evidente di un problema di salute. Questi scenari rimangono fantascienza se non si rendono le informazioni interoperabili e non si creano dataset clinici chiari e puliti. --- Fine della prima parte dell'intervista --- Nella seconda parte dell'intervista, trattiamo altri temi interessanti:
Da non perdere! Gian Angelo Geminiani CTO con 20 anni di esperienza nella gestione di grandi progetti e di team di sviluppo. Appassionato di tecnologia, robotica ed intelligenza artificiale si è specializzato al Deep Learning Institute NVIDIA e collabora con Confindustria Romagna come Innovation Manager (MISE). Ha fondato Botika, una startup che si occupa di automazione di processi gestionali mediante reti neurali. Collabora con Proger e Gruppo Accyourate per lo sviluppo della catena tecnologica di vari prodotti wearable e sistemi integrati di telemedicina. Profilo Linkedin WaidX WaidX è una soluzione innovativa mirata a ridurre l'impatto del digital divide e a fornire canali telematici ad alta efficienza per qualunque applicazione informatica, con un focus particolare sui processi della Digital Health. WaidX consente il recupero della performance di trasmissione su ogni tipo di collegamento digitale, integrando in modo versatile i flussi di dati più eterogenei e garantendo livelli di service continuity altrimenti irraggiungibili. tag: #smartworking, #innovazione, #covid19, #sanità, #fascicoloElettronico, #sanitàDigitale, #WaidX, #5G, #digitalDivide, #telemedicina, #aboutInnovation.
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